Improvvisamente, sul gran palcoscenico di un Universo che non ha ancora trovato una propria fisionomia, irrompono, generati dagli elementi primordiali, le dirompenti forze della Natura grazie all'istinto procreatore di Eros, non ancora Amore, balzato nel Mondo dal vuoto abisso del Nulla, lì dove tutto era cominciato. Così, da quello che fino ad allora era solo un miscuglio indistinguibile, le forze latenti della Natura si ri-generano nell'essenza intera della vita prima, in essere onnipotenti, onniscienti ed onnipresenti poi, gli dei appunto, "Immortali ma non eterni", prima ancora che apparissero gli Uomini, i Mortali generati per caso e tenuti in vita solo da un atto di disubbidienza. Ed è in quel Mondo, in cui ormai già esistono la Notte, il Giorno, la Luce, il Buio, il Sole, il Cielo stellato, la Luna, le Acque e la Terra, primi tra i nuovi elementi, che gli dei arcaici decidono di stabilirsi, dando il via ad una lunghissima epopea fatta di cruente lotte, inganni, tradimenti, passioni e ardite ribellioni che vedono il susseguirsi di tre generazioni di divinità, fino a stabilizzarsi con l'ultima di essa, quella degli dei Olimpici, sotto la guida di quello che resterà il Signore supremo di tutti loro, il re della folgore e del tuono, padrone del Cielo e della Terra.
Questa, in estrema sintesi, la fantastica avventura del mito greco, quella straordinaria raccolta di leggende a sfondo religioso, fenomeno non solo artistico o letterario, ma, soprattutto, spirituale, collettore potente di un popolo, quello greco, che in quelle credenze, oltre che in una comune lingua, la koinè, ritrovava quell'identità comune che istituzioni politiche e configurazioni urbane non permettevano altrimenti. Gli dei, ma non solo. Da essi vengono generati e poi venerati uomini "speciali", ardimentosi, valorosi, simboli di coraggio, astuzia, spirito guerriero, bellezza e forza fisica, rappresentanti di un'ideale, quello tutto maschio proprio del popolo greco, che condensa in sè le aspirazioni di ogni uomo dell'epoca: gli Eroi, semi-dei, amati dagli uomini e dalle donne, dagli dei e delle dee, che eleggevano e proteggevano, a turno, i loro "preferiti"; gli eroi che si ergevano, soli, a protezione, a difesa della conservazione della comunità umana, specie dei suoi componenti più esposti a rischi mortali, come i naviganti e i combattenti. Gli eroi, che pure non mancano nei racconti leggendari di molte altre culture, ma che in quella greca assumono una valenza che non è solo apologetica, nè circostanziale. Perchè "il mito greco è solo greco". Le numerose interpretazioni romane non ingannino, ne sono copia, appaiono edulcorate, rivestite di una verosimiglianza che sembra esaltarne "colori, gesti, e atteggiamenti". Ma della grecità hanno perso la tipicità più autentica, quella che solo quelle popolazioni e quelle terre potevano partorire. Perciò, anche se lo faremo molto incompiutamente, perchè non è questo l'intento della nostra breve narrazione, per chi volesse approcciarsi ad uno studio severo della religione greca, per ben conoscere i miti che ne sono alla base, occorre tralasciare le fonti che gli studiosi definiscono "greco-romane", ma considerare tali solo quelle, propriamente elleniche, rinvenibili tra l'VIII ed il IV secolo avanti Cristo.
Qui, e ci scusiamo per le inevitabili incompiutezze, ci rivolgiamo invece a chi, studente o semplice curioso affascinato, come noi, dall'incredibile epopea di dei ed eroi di un'epoca irripetibile, vuole avvicinarsi, in minima parte, alle tantissime narrazioni, leggende e storie fantastiche che hanno reso unica al mondo, sempre attuale ed immortale, la grande storia della mitologia greca.