Dalla riviera adriatica al palcoscenico torbido e scintillante di New York, ai tempi dell'America rampante e un po' stonata di Donald Trump, Suburbia riscrive i confini del politicamente corretto prendendo a schiaffi pudori e ipocrisie. Un romanzo crudo e svuotato di ogni retorica, dove trovano posto temi attuali come il razzismo, il lavoro, la precarietà economica ed esistenziale, proposti da una angolazione non convenzionale.

Trincerata dietro una cortina di fumo a volte scurrile e blasfema, Suburbia apre uno squarcio sul grande rebus dei nostri giorni, segnati dall'incapacità di trovare un plausibile equilibrio tra giusto e sbagliato, bene e male, sano e malato, ricchezza e povertà. Tra abilità e disabilità. Da qui, prende le mosse un romanzo che è GIALLO, in quanto sfida il lettore a sciogliere un rompicapo la cui soluzione è fin troppo in vista per essere compresa. Ma è anche ROSSO, perché si spoglia di ogni pudore e pregiudizio, rendendo il protagonista interprete maledetto delle contraddizioni del nostro tempo. Per ultimo, Suburbia è anche e soprattutto un romanzo NERO, che si tinge di sfumature oscure e striate di violenza, bullismo, povertà e ingiustizia sociale, che scorrono senza soluzione di continuità dalla provincia alle luci scintillanti della metropoli.
Chi è Ivan Castelli, il protagonista di Suburbia? Superficiale, snob, vanitoso, dissoluto. Spavaldo e spregiudicato. Ma anche sensibile, indipendente, fuori dagli schemi. Un anticonformista vero, alla perenne ricerca di se stesso in tempi decisamente imprevedibili, dove è difficile tracciare una linea dritta tra bene e male. Perché Ivan è così sempre a caccia della bianca migliore della città. Ma è anche uno di quelli che passa le serate ad ascoltare le Marvellettes, e che si emoziona con le canzoni degli anni '60. Paga le escort più fighe di Manhattan, ma sogna sin da bambino di andare a Graceland. Perché sa già che quello sarà il giorno più bello della sua vita.

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E' come il rock, dove un pezzo tristissimo può risuonare spensierato, romantico o addirittura festoso. O come il punk, fratello minore che al nero della rabbia mescola i toni più soffici dell'amore e della nostalgia. E' come il Titanic, la nave più grande e famosa del mondo, l'inaffondabile resa immortale dalla sua stessa catastrofe. O come il Carpathia, quella che invece non conosce nessuno, capace di salvare 712 persone quasi senza lasciare traccia. Ed è come la realtà, dove le storie sono corde di chitarra: pizzicale con grazia e produrrai un suono piacevole, ma dall'armonia alla dissonanza il passo sarà brevissimo. Tutto dipende da come le tocchi, le storie. Perché Suburbia è tutto e il suo contrario: dalla politica ai social media, dalla denuncia sociale alla violenza e al bullismo, dal sesso a Donald Trump, ogni cosa ha il suo contraltare, e il 'romanzo di formazione' intessuto dall'autore volge senza pudori al giallo, al rosso e perfino al nero, sfumando in una altalena in controluce che non risparmia niente e nessuno. Attraverso la lettura cruda e spietata di un mondo dove gli interpreti sono al contempo vittime e carnefici, il nuovo romanzo di Paolo Di Toro Mammarella alza il sipario sul palcoscenico torbido e scintillante di Broadway, spostandosi da New York alla provincia italiana, afflitta da una eterna stagnazione. Planando su un oceano che lega mondi agli antipodi, il protagonista Ivan Castelli scivola come un cristallo, rifrangendo i toni in chiaroscuro della più grande città del mondo. Ivan, trentenne dal passato complicato e un sogno americano che pare non conoscere ostacoli, riscrive i confini per inseguire i suoi sogni. Ma proprio come le belle canzoni, dove i colori dell'amore e della nostalgia si mescolano naturalmente al nero più cupo, anche qui c'è un conto da saldare. Perché ogni Titanic ha il suo Carpathia, un fratello più povero che vive nell'ombra e che continua a navigare per anni, anche quan