La sposa in grigio perla, ultima fatica letteraria di Ornella Stocco, scrittrice trevigiana, è la storia di una donna di nome Paola che, dopo la fine di una relazione che si è rivelata insoddisfacente, lungi dall'arrendersi, si tuffa in una nuova storia, nata da un incontro casuale, a fini lavorativi, che ha per coronamento il fastoso matrimonio con un uomo prestante ed agiato, in grado di offrirle sicurezza, benessere, e quello status sociale che ella era ben lungi dal possedere.
Fin qui, il romanzo non sembra allontanarsi troppo da quel genere, contraddistinto da un vezzoso aggettivo, "rosa", che ha una lunga tradizione letteraria in Italia e all'estero e che anche attualmente appare riscuotere un notevole successo di pubblico. Tuttavia il lettore non deve lasciarsi ingannare da quello che è solo il preambolo di una storia d'amore che dovrebbe essere felice, giacché, per mezzo di molteplici incursioni in altri generi letterari, spingendosi fino all'erotismo e al thriller, l'autrice lo sospingerà verso una conclusione talmente drammatica da risultare imprevedibile, seppure preannunciata sapientemente, qua e là, da alcuni indizi.
Tra i molti personaggi che affollano La sposa in grigio perla con le loro alquanto complicate storie personali, che s'intercalano a quella principale o sono ad essa parallele, ma sempre funzionali ad una sua più precisa definizione, la figura di Paola è senza dubbio la più complessa, atta a suscitare nel lettore non pochi interrogativi. Senza dubbio Paola è una donna che ha uno struggente bisogno di amare e di essere amata, ma, nello stesso tempo si lascia sedurre dalle apparenze, simbolizzate soprattutto nella ricerca di quello stupendo abito da sposa, descritto con dovizia di particolari; da un lato si mostra appassionata, perfino a tratti seduttiva, ma al tempo stesso è incapace di rendesi conto della realtà e propensa a troppo rapidi giudizi sulle persone che l'attorniano e quindi irrimediabilmente esposta a cocenti delusioni della quali fatica ad assumere la propria responsabilità. Ma è proprio questa mancata linearità del suo carattere a renderla interessante ed estremamente moderna, per la sua imprevedibilità, agli occhi del lettore
La scrittura del romanzo, come del resto Ornella Stocco ha ampiamente dimostrato anche nei suoi precedenti lavori, è scorrevole, i dialoghi sono improntati ad una colloquialità quotidiana, lontana da ogni retorica e gli ambienti che costituiscono lo scenario della vicenda sono descritti con precisione nel più piccolo dettaglio. Siamo nella bella provincia di Treviso degli anni novanta.
Al di là della coinvolgente trama che, come detto, aggancia l'attenzione del lettore fino all'ultima pagina e nella quale non voglio addentrami per non guastare la sorpresa, c'è qualcosa che rende veramente nuovo e speciale questo romanzo, costituendone, a mio avviso, il significato più profondo: esso dimostra quanto complesso e insondabile sia il cuore femminile, e, soprattutto, come la ricerca spasmodica dell'amore, senza il sostegno di un'opportuna riflessione, non possa che condurre ad un tragico epilogo. Un romanzo da leggere tutto di un fiato, appassionandosi alla vicenda dei suoi personaggi, ma anche ricavandone una morale. Un pregio, oggigiorno, non scontato.
Patrizia Garelli Rossi