La Storia di Luna non è una storia particolare, nemmeno eclatante in senso stretto come si vorrebbe per un libro.
È soltanto una storia vera, come purtroppo ce ne sono a migliaia in Italia e nel mondo.
Non per questo è meno interessante perché, anche se l'epilogo non è la morte della vittima, come invece spesso succede, questa rispecchia in pieno una realtà diffusa piena di donne maltrattate, offese, private della loro dignità, picchiate e rese mute, spesso in un contesto familiare in cui invece dovrebbero essere delle Principesse accanto al loro Principe Azzurro che, per carità, anche questo di donne ne ha rovinate tante per l'aspettarlo, dato che non è facile incontrarlo e, soprattutto, che mantenga a lungo questo stato, oppure per sempre.
Luna era una bambina felice, nata nel profondo sud da una famiglia normale, come per fortuna ce ne sono.
Ma poi, diventata grande, ha subito per più di vent'anni la violenza di genere, la violenza domestica, da un uomo che non merita nemmeno di essere chiamato così, e nemmeno "bestia", perché le bestie sono migliori.
Solo un "orco" che, tra l'altro, non avrebbe neanche avuto alcun motivo per esserlo, dato che anche lui proveniva da una buona famiglia che aveva forse tentato di dargli una giusta educazione.
Un "orco" che in questa donna, anche se oggi lei ricorda solo il dolore di quei tempi, e non subisce più nulla da nessuno, ha lasciato ferite che si sono rimarginate, ma che mostrano ancora evidenti le cicatrici.
Luna oggi ha i suoi anni e ha tre figli, un maschio e due femmine, donne anche loro, che dalla madre hanno imparato che dai partner meritano rispetto e che non c'è mai amore quando c'è violenza.
E in fondo l'autrice del testo magari è proprio per questo che lo ha scritto.
Da una parte per la solidarietà che si deve a tutte coloro che hanno subito e subiscono le stesse cose di Luna, dall'altra per dare una testimonianza della forza e della capacità di questa donna di essersi rialzata, anche se ci ha messo troppo tempo a liberarsi del suo aguzzino.
E per trasmetterla questa forza che bisogna usare, non aspettando come ha fatto Luna, ma facendolo subito, al primo insulto o al primo schiaffo.
Denunciando naturalmente, anche se vediamo come spesso finiscono nel nulla le denunce, ma soprattutto scappando.
Sì, scappando subito da questi esseri malvagi che, anche se avessero turbe mentali come sembra, e che sono da considerarsi malati, meritano allora di essere solo curati, ma non meritano la dedizione e la sofferenza della donna che gli è vicina.
Il libro è dedicato infatti a tutte le donne, e in parte anche a quegli uomini che possono sostenere una campagna di sensibilizzazione che evidenzi e non permetta più gli scempi.
Io per primo, insieme a Gabriele, il figlio di Luna, dicendo: "Brava Luna, ce l'hai fatta, e come te possono farcela le altre".
Vi sono vicino, e chi mi conosce lo sa, non solo con le parole.
Biagio Pirìto