Dei vari modi di comunicare l'istruzione ai non informati, lo studente massonico è particolarmente interessato a due; vale a dire, l'istruzione tramite leggende e quella tramite simboli. È a questi due, quasi esclusivamente, che è debitore per tutto ciò che sa, e per tutto ciò che può sapere, del sistema filosofico che viene insegnato nell'istituzione. Tutti i suoi misteri e i suoi dogmi, che costituiscono la sua filosofia, sono affidati ad essi per la comunicazione al neofita, a volte uno, a volte l'altro di questi due metodi di istruzione, e talvolta entrambi combinati. Il Massone non ha modo di raggiungere nessuno degli insegnamenti esoterici dell'Ordine se non per mezzo di una leggenda o di un simbolo. Una leggenda differisce da una narrazione storica solo per questo: è priva di prove documentali di autenticità. È figlia esclusivamente della tradizione. I suoi dettagli possono essere veri in parte o per intero. Potrebbe non esserci alcuna prova interna del contrario, o potrebbe esserci una prova interna che sono del tutto false. Ma né la possibilità della verità in un caso, né la certezza della falsità nell'altro, possono rimuovere la narrativa tradizionale dalla classe delle leggende. È una leggenda semplicemente perché non poggia su alcun fondamento scritto. È orale, e quindi leggendario. Nei gravi problemi della storia, come la creazione di imperi, la scoperta e l'insediamento di paesi, o l'ascesa e la caduta di dinastie, la conoscenza della verità o falsità della narrativa leggendaria sarà importante, perché il valore della storia è compromesso dall'imputazione del dubbio. Ma non è così nella Massoneria. Qui non c'è bisogno di una questione assoluta della verità o della falsità della leggenda. Lo scopo delle leggende massoniche non è stabilire fatti storici, ma trasmettere dottrine filosofiche. Sono un metodo mediante il quale viene comunicata l'istruzione esoterica, e lo studente le accetta con riferimento a nient'altro che al loro uso positivo e al loro significato come sviluppo dei dogmi massonici. Prendiamo, ad esempio, la leggenda hiramica del terzo grado. Che importanza ha per il discepolo della Massoneria se è vera o falsa? Tutto ciò che vuole sapere è il suo significato interno; e quando apprende che si intende illustrare la dottrina dell'immortalità dell'anima, si accontenta di tale interpretazione e non ritiene necessario, se non per una questione di curiosità, indagarne l'accuratezza storica, o per riconciliare le sue apparenti contraddizioni. Quindi della chiave di volta perduta, del secondo tempio, dell'arca nascosta: queste sono per lui racconti leggendari, che, come lo scrigno, non avrebbero alcun valore se non fosse per il prezioso gioiello contenuto al suo interno. Ciascuna di queste leggende è l'espressione di un'idea filosofica. Non c'è un altro metodo di istruzione massonica, se non quello tramite simboli. Nessuna scienza è più antica di quella del simbolismo. Un tempo, quasi tutto il sapere del mondo era trasmesso in simboli. E sebbene la filosofia moderna ora si occupi solo di proposizioni astratte, la Massoneria si attacca ancora al metodo antico e lo ha conservato nella sua primitiva importanza come mezzo per comunicare la conoscenza. Investigare il significato recondito di queste leggende e simboli, e trarne le lezioni morali e filosofiche che avrebbero dovuto insegnare, significa ritirare il velo con cui l'ignoranza e l'indifferenza cercano di nascondere la vera filosofia della Massoneria. Studiare il simbolismo della Massoneria è l'unico modo per indagare la sua filosofia. (Albert Mackey)