Questa esposizione, basata su fatti di cui sono venuta a conoscenza, mira a rappresentare lo stato recente delle cose in Russia, e quindi a spiegare come sono stati resi possibili i grandi cambiamenti avvenuti nel mio paese. Sono state messe in circolazione molte storie esagerate sull'imperatrice Alessandra, sul ruolo che ha avuto nelle perturbazioni che hanno scosso la Russia da un capo all'altro, e sulla straordinaria influenza che, grazie a lei e ai suoi sforzi in suo favore, il sinistro personaggio chiamato Rasputin è venuto ad acquisire sugli affari pubblici nel vasto impero regnato da ventidue anni da Nicola II. Molti di questi racconti riposano solo sull'immaginazione, ma purtroppo è fin troppo vero che è per la condotta dell'Imperatrice, Alexandra Feodorovna, che il genio del male è entrato nella dinastia. Era totalmente inadatta per la posizione in cui il caso l'aveva innalzata, e non era mai stata in grado di capire il carattere o le esigenze delle persone su cui governava. Mostruosamente egoista, non ha mai guardato oltre le questioni puramente personali riguardanti lei o suo figlio, che idolatrava in maniera assurda. Lei, che era stata educata a principi del vero liberalismo, che aveva avuto nella nonna, la defunta regina Vittoria, un perfetto esempio di sovrana costituzionale, fin dal primo giorno del suo arrivo in Russia, diventò nemica di ogni progresso, di ogni tentativo di civilizzare la nazione. Ripose la sua fiducia nei più feroci reazionari che il paese possedesse. Cercò, e in una certa misura riuscì, di ispirare al marito il disprezzo per il suo popolo e la determinazione a sostenere un sistema di governo autocratico. Altezzosa per natura, ebbe una fiducia illimitata nelle proprie capacità, e dopo essere diventata la madre del figlio che aveva desiderato per tanti anni, arrivò a credere che tutto ciò che desiderasse, o volesse fare, doveva essere fatto, e che i suoi sudditi non fossero altro che i suoi schiavi. Comprendeva mirabilmente i punti deboli del marito, che diventava solo un burattino nelle sue mani. Lei stessa fu solo un giocattolo nelle mani di pochi avventurieri senza scrupoli che la usavano per promuovere le loro ambizioni, arraffare denaro e ordire complotti, e che, se non fosse stato per gli eventi inaspettati che condussero al rovesciamento del casato dei Romanoff, col tempo avrebbe tradito la Russia infangando la sua giusta fama e la sua reputazione nella storia. Rasputin, di cui tanto si è detto, non fu che un incidente nel corso di tutta una serie di fatti, tutti più o meno vergognosi, e nessuno dei quali aveva un'unica attenuante da addurre come scusa per la loro perpetrazione. Lui stesso era ben lungi dall'essere l'individuo straordinario che era stato rappresentato da alcune persone, e se fosse stato lasciato solo, è probabile che se anche si fosse sentito parlare di lui, non sarebbe stato per molto tempo. Coloro che lo odiavano, lo facevano perché non avevano ottenuto ciò che volevano, e si adoperavano per dipingerlo molto più pericoloso di quanto fosse in realtà. Non sapevano che era solo il portavoce di altre persone, persino molto più intelligenti e senza scrupoli di lui. Persone che si nascondevano dietro di lui e lo muovevano come avrebbero fatto con le pedine in una partita a scacchi secondo i loro scopi e desideri personali. Furono queste persone a portare la Russia quasi sull'orlo della rovina assoluta, e non sarebbero mai stati in grado di elevarsi al potere che esercitavano se l'imperatrice non si fosse prestata ai loro piani. La sua assoluta fiducia nei meriti del predicatore errante, grazie alla sua indubbia influenza magnetica, riuscì a impossessarsi della sua mente e a persuaderla che finché lui fosse stato al suo fianco niente di male sarebbe potuto accadere a lei o alla sua famiglia. L'imperatrice, come tutte le persone stupide, e la sua stupidità non fu negata nemmeno dai suoi migliori amici, credette che si potesse governare una nazione con