Sabino M. Palumbieri (SDB) Docente emerito di Filosofia Università UPS:
Questa riflessione autobiografica - autentica testimonianza di denuncia e di speranza - è come olio bollente. Scorre lieve e scrosta il duro.
La forma è avvincente come la narrazione del suo profondo al tuo profondo, che ne resta avvinto. E ne esci convinto.
Attraverso sentieri a volte impervi, superati con tenacia e amore, egli giunge con una precoce maturità ad alture di esperienze che hanno sempre costante la misura-uomo.
Con l'età, gli altipiani s'innalzano, come in un'escursione dolomitica, facendo godere panorami umani pennellati più che sviluppati. E questo diventa, col linguaggio dei fatti, giudizio sul disumano, nelle strutture che dovrebbero essere a servizio dell'umano.
... Alberto Pellè mostra un'attitudine rara nell'individuare i sintomi e nel cogliere il punto di sindrome del malessere del nostro benessere. Lo chiamiamo benessere. Sarebbe da chiamarlo ben-avere. Abbiamo tanti mezzi, appoggi, strumenti. Abbiamo pochi fini, fondamenti, atteggiamenti, già preconizzava Albert Einstein.
...Bianco rivela, altresì, dosi notevoli di empatia nel dare un nome al bisogno sia del vero "primario" (o primus) - il centro e il fine della struttura sanitaria che è il paziente - sia del suo vero "assistente" (ad-sistens) che gli sta accanto in permanenza che dovrebbe essere l'infermiere.
... L'area così delicata del sociale - come quella sanitaria - è gestita oggi come azienda ed è consegnata a logiche di spartizione indegna di benefici partitico-economici.
...Il medico si faccia medicina è il titolo significativo del primo congresso mondiale di psicosomatica. Va detto di ogni operatore sanitario.
...Per umanizzare le strutture sanitarie urge formare il mondo dei sanitari.La civiltà è nel graduale ma deciso passaggio dalla formula l'uomo su l'uomo a quella dell'uomo per l'uomo.
Nazzareno Festuccia: "Questo è il racconto di un operatore sanitario visto attraverso l'intreccio tra la sua vicenda personale e la sua vita lavorativa. ...Bianco... spesso rivela gli stessi problemi delle persone che poi è chiamato ad assistere.
...la realtà dell'infermiere è sempre la stessa: un lavoro disagiato, non considerato, con un ruolo gerarchicamente soffocato da una piramide di potere e di controllo che è l'esatta negazione della professionalità.
La ribellione individuale di Bianco è dunque il segnale di un disagio incomprimibile, un segnale questo che non è raccolto da nessuno. Eppure questo infermiere lavora in una struttura sanitaria, ma essa non è in grado di adottare alcuna interazione con i suoi operatori.
...Se è vero che la professionalità deve garantire il controllo della propria personalità, è anche vero che non può sopprimerla e che il giusto equilibrio va ricercato in una Sanità più umana.
...Bianco comincia a capire l'importanza del proprio ruolo sociale, che si sta scontrando con un sistema e che questo scontro non può farlo da solo, ma deve farlo in maniera organizzata e cosciente. Recupera quindi le proprie capacità lavorative e acquisisce una nuova coscienza che diventa soprattutto un messaggio di speranza nel mondo della Sanità ...e reinterpreta la questione infermieristica fuori dalle strumentalizzazioni interessate di stampa e politica".
Alberto Pellè, nato a Lecce nel 1955, si è laureato in Scienze Sociali presso la Pontificia Università Angelicum di Roma. www.albertopelle.it
A pochi anni Bianco, lasciando la città natia di Lecce, si trasferisce a Roma con la madre e i fratelli. Tramite la zia suora, allora caposala presso un ospedale della capitale, entra in contatto sin dall'infanzia con l'ambiente ospedaliero.
Si è occupato inoltre del tema socio-pensionistico e del lavoro, rivisitando, nel Novembre 2021 su Amazon, il saggio dal titolo: Lavoro-Previdenza-Politica / Dieci anni dalla riforma Forner