Una breve introduzione apre il volume e avverte il lettore che quello che andrà a leggere non sarà un libro di ricette di tipo tradizionale. L'autore infatti non intende dare vita ad un libro di cucina, ma ad una sorta di narrazione all'interno della quale la descrizione di alcuni piatti, realizzati negli ultimi anni, è solo il filo conduttore della memoria alla ricerca di fotogrammi di vita, l'artificio attraverso il quale mettere a nudo sentimenti, emozioni, bisogni.Storie nella storia, quella di un uomo che in tempi recenti ha cercato nell'arte e nella contemplazione del cibo di scrutare, con occhio fotografico nei meandri del suo essere, forse per ricavarne un bilancio, forse uno stimolo. Lo fa usando come metafora, o come mezzo al fine, gli ingredienti con i quali ha avuto modo di dialogare di più o con i quali, in questa inusuale istanza di riflessione, ha riprovato ansie, esitazioni, dolori, ha ritrovato amicizie, amori. Gli ingredienti diventano così i protagonisti, o se si vuole, i veri personaggi del libro, che danno vita anche ai capitoli. Dieci ingredienti tipici per dieci capitoli, in un gioco di specchi fra passato e presente e futuro.In tale contesto trovano spazio i piatti, raccontati in modalità non asettica, al confine fra la favola e il sogno.Un libro nel quale uomo e cucina diventano co-protagonisti, e il lettore può trovare anche frammenti culturali, richiami alla musica, alla poesia, ai paesaggi della natura. Insomma tutti quegli elementi che aiutano a scoprire piano piano il ritratto dell'autore, il suo profilo, la sua identità, attraverso una curiosa e originale lente d'ingrandimento di una realtà in cui tutti, cultori di padelle e pentole o meno, possono riconoscersi.Cinque, forse sei, anni trascorsi in mezzo agli elementi della natura in un nuovo habitat di campagna fra padelle e frullatori, e vivere emozioni, passioni, sentimenti, relazioni, amori, con compagni di avventura fedeli e sinceri: sua maestà la zucchina, la melanzana birichina, il principino asparago, l'ostrica magica seduttrice. E con la ritrovata voglia di tornare al mare, l'habitat in cui l'autore è nato, ora più che mai, ora che "il tempo che conta è quello che resta" .Un romanzo-non romanzo, forse una storia d'amore, come l'autore ama definirla appunto nella pagina di apertura. Di un cuoco per caso, che ancora non smette di sognare, gioire e soffrire.