Le mie parole dagli occhi ti scenderanno al cuore, tanto sono scarne, immediate, indurite dalla corrente tristezza.
Saranno messaggio che il mondo, ferito da toni accesi, potrà migliorare, introducendo un po' di gentilezza nell'usuale confronto.
Vi parlerò d'amore, ma tutti lo fanno, e allora sarò più lieve, solo un soffio, in punta di piedi.
Vi inviterò a osare, ad andare al di là del naso, al di là della comodità di un progresso che ci adula.
Vi parlerò di fiori coraggiosi, che sfidano la caducità delle cose, e di parole che sono tante quante le onde del mare, parole che saranno il mio fucile.
Vi parlerò di pioggia che rende i colori, e poi vi inviterò a stupirvi, sempre e nuovamente.
L'AUTORE
Giancarlo Boldrini nasce 62 anni fa a Fucecchio, che è traversato da pellegrini della Via Francigena e dalla bellezza e irruenza del fiume Arno.
Inizio a scrivere per spuntare una parola che ferisce, e non educa e né conforta.
Scrivo perché non ho altre armi a disposizione, e a me piace definirmi "persona mite", quale contrapposizione a insulto e prevaricazione, che scorrazzano liberi e indisturbati.
Non sono un poeta, ma solo "un maldestro manipolatore di parole", mancandomi il dovuto lirismo che sgorga da un'adeguata cultura.
Alla luce di ciò mi sono "inventato" fautore di una "poesia di strada", dove tutti la possono vivere e toccare per il suo linguaggio crudo, basico, immediato, in quanto, altrimenti, la poesia rischia di rimanere cosa di pochi.
Non te ne andare con la prima rugiada nuova,
ho bisogno delle tue carezze, quelle che restano,
e poi perché i tuoi baci
convincono il tempo.