Le poesie e i brevi racconti che troverete in queste pagine sono l'unica eredità che mio padre Franco mi ha lasciato, oltre a una vecchia Lancia Y scassata.
Con questo non voglio in alcun modo sminuire il suo lascito, anzi. Il valore di quello che leggerete è per me inestimabile, innanzitutto perché mi ha permesso di riaprire un dialogo con lui, di ristabilire un potente canale di comunicazione inter-dimensionale, se così lo possiamo definire. Alcuni di questi scritti, che ho selezionato tra moltissimi altri, li avevo già letti insieme a lui, soprattutto le poesie con le quali per diversi anni ha partecipato al concorso "Ossi di Seppia", grazie alle quali ha anche ricevuto un premio speciale nel 2018.
Ma io non sono mai stato un "tipo da poesie", e forse per questo ho sempre sottovalutato la potenza di alcune di esse. Rileggerle ora, con attenzione e con una sensibilità leggermente "potenziata" dagli eventi degli ultimi anni, me le ha fatte apprezzare e capire molto di più. Oltre a poesie e brevi racconti che troverete in questa raccolta, nel suo hard disk ho scovato molto altro: lettere - in italiano e inglese - alle tante "amiche" incontrate nel suo periodo da tanghero sanremese (qualcuno nell'ambiente lo aveva definito "Franco, uomo di mondo"), pensieri sparsi, considerazioni sul quotidiano e anche biglietti di Natale per me e mia madre buttati giù in Word prima di essere trascritti a mano.

Chi lo conosceva bene lo sa: mio padre amava il fumo. Credo di poter dire con assoluta certezza che la sigaretta abbia rappresentato l'unico grande amore della sua vita di cui non si sia mai stancato. Ed ecco perché ho scelto di mettere una sigaretta in copertina e intitolare questa raccolta "mi fumo l'ultima". Franco ha vissuto i suoi ultimi mesi dal punto di vista di un condannato a morte, e il suo ultimo desiderio credo sia stato proprio quello di "fumarsi l'ultima". Mia madre ha confermato che sul comodino dell'hospice, la mattina dopo la sua dipartita, ha trovato una sigaretta (accesa ma non fumata) in un posacenere e due pacchetti ancora chiusi.
La scelta di questa copertina un po' provocatoria è stata anche una mia piccola rivincita su tutti gli anni in cui abitavamo sotto lo stesso tetto e la sua passione mi ha intossicato, rendendomi ipersensibile al fumo. Se non altro, grazie a questo ribrezzo indotto, non ho mai iniziato a fumare, anche quando in gioventù tutti intorno a me lo facevano. Se esiste un aldilà in cui mio papà e suo fratello Giorgio si sono ritrovati, di certo mio zio vedendo questa raccolta gli avrà detto: Guarda quel pisquano di tuo figlio che copertina ti ha fatto! e si saranno fatti una grassa risata.

Mio padre ha sempre avuto una grande curiosità nei confronti della natura della vita e dell'esoterismo.
Questa passione mi è stata trasmessa, anzi direi quasi tramandata insieme a tante altre, fin da quando ero ragazzino, come sa bene chi di voi ha letto i miei romanzi. Per farvi capire il livello di follia che affligge da generazioni la nostra famiglia, una delle ultime sere prima di salutarci per sempre abbiamo anche fatto un surreale dialogo serissimo e quasi scientifico sui modi in cui avrebbe potuto comunicarmi i numeri vincenti del Superenalotto dall'aldilà. Purtroppo, non ci è ancora riuscito. Ma se un giorno mi vedrete sfrecciare in Lamborghini per le strade di Milano saprete come me la sarò potuta permettere.
Durante il lavoro di selezione di questi scritti è di fatto accaduto uno di quegli eventi assurdi da pelle d'oca che ti fanno pensare "no, non può essere stata una coincidenza".

Mi auguro di cuore che chi lo ha conosciuto in vita sappia ritrovare un po' di lui in queste pagine e riesca a sentirlo vicino ancora una volta, come lo ho sentito vicino io durante la redazione di questa piccola opera postuma.