Fine anni '70, Leon è un giovane di ricca famiglia milanese, arrestato in Iraq per droga insieme a Luneide, una sconosciuta ragazza con gli occhi color delle mammole. Durante un brutale interrogatorio i soldati minacciano di far violentare la ragazza da un dobermann, il giovane la salva in un modo bislacco, vengono rilasciati.
L'anno seguente il giovane si ritrova nella Sardegna meridionale, aveva lasciato la famiglia e si è trovato un lavoro nella zona di Capo Teulada dove rastrella le dune e le spiagge ficcando le immondizie dentro un lunghissimo sacco che si trascina dietro come uno strascico. Abita in una capanna di canne, unico amico un ricco pastore errante di capre che parla solo in versi. L'esistenza di Leon è selvatica, alla Robinson Crusoe, vive di natura e nella natura bellissima di quei luoghi, con un vecchio gozzetto pesca di frodo, affronta il maestrale e sfida il sole in una sorta di cupio dissolvi, una protesta contro se stesso per il suo carattere ispido che tende a ideali di sincerità, di purezza e di "per sempre", tanto che non ha ancora fatto all'amore con una donna, è illibato. Sulle dune ritrova la ragazza con gli occhi a mammola che sta consumando gli ultimi giorni di vacanza, si trasferisce nella capanna insieme vivono un amore puro, tribolato per le asprezze e le incertezze di lui e per il bisogno di certezze che agitano Luneide. Leon la conduce alla scoperta di un mondo impensato e colmo di avventure meravigliose oltre che pericolose. L'incanto si rompe quando, il giorno della partenza, Leon scopre un innocente segreto che lei gli ha tenuto nascosto.
Per Leon segue un periodo terribile: rischia la vita in una burrasca di maestrale e viene salvato in mare dal caprone preferito del suo amico pastore, la mamma di un lupetto mannaro gli brucia la capanna, perde il lavoro, perde il pastore poeta, viene ospitato in una casa di riposo abitata da indomabili centenari dove conosce una rusticissima prostituta. Distrutto dagli avvenimenti rientra in famiglia a Milano, ritrova Luneide e vanno a vivere insieme. L'ordinata ordinaria quotidianità distrugge la coppia. Di nascosto Marco torna in Sardegna per un'assurda conclusione, perfetto ossimoro della sua vita.
RECENSIONI
Plinio Perilli
Poeta saggista
e critico letterario
Leggere porta con sé il desiderio di svagarsi, divagarsi, depurare le menti confuse, sclerotizzate. Gasparri pratica con abilità questa sorta di narrativa vacanziera e autoironica, genere delizioso sempre, a petto di una vanitosa romanzéria culta e pseudoimpegnata, quasi sempre retorica e ipertrofica. Lo stile è scanzonato, divagante e svagato, è davvero gustoso -primo pregio d'ogni degno menu narrativo- assaggiare, spilluzzicare sapori sopraffini e una perfetta cottura speziata. Insomma, armi e delizie à gogo... Raro e godibile caso, L'Illibato è testo (e pre-testo) eccellente per riconquistare i lettori, infastiditi sia dalle plasticate serie televisive, sia dai presunti capolavori dei nuovi scrittori.
Grazia Mandrelli
Giornalista professionista
e musicologa
L'Illibato sembra far presagire tutta un'altra storia. Pericoli, violenza neanche tanto sottintesa, brutalità, fanno temere nello spazio di pochissime pagine, che i giovani Leon e Luneide, attori principali del libro, siano entrati in un dramma da cui sarà difficile districarsi. Ma è tutta una finta, una sorta di colpo di scena delizioso e accattivante nella sua crudezza, che serve per disorientare i lettori subito prima di far varcare loro la soglia di una tenera fiaba condita da una straordinaria intelligenza narrativa e da un ininterrotto senso dell'umorismo.
About the Author: Gianluigi Gasparri è stato caporedattore del Resto del Carlino. Giornalista d'assalto e collezionista di querele, specialista in battaglie contro i mulini a vento in cui ne ha dette tante al potere e il potere gliene ha date tantissime. Vincitore del prestigiosissimo premio Cronista dell'anno per aver scoperchiato la prima tangentopoli tra poteri forti. Ha subito due attentati per tappargli la bocca, ma per farlo tacere avrebbero dovuto tappargli la penna. Per una inchiesta analoga ha rischiato la galera accusato di aggiotaggio, salvato dalla Commissione Europea che ha spennato la banca accusatrice.
Ha pubblicato La Piazza delle vanità (Ponte Nuovo Bologna, 1983) ritratto satirico di una città piena di niente; L'harem delle brutte (Mondadori 1985) storia di un uomo che corteggia solo donne cozze; L'Uovo azzurro (Mondadori 1990) nella nursery del paradiso, da un uovo azzurro nasce un angioletto col pisello viene buttato di sotto.
Dopo lunga pausa, convinto che penna e zappa siano parenti strette (tra coltura e cultura c'è solo una vocale di differenza) si è dato all'olivicoltura, ma è caduto da una pianta di fico per cui ha lasciato la zappa e ripreso la penna con Strafalciopoli (La Lepre, Roma, 2012), satira sull'inesplorato mondo del giornalismo di periferia. Settembre 2015 ha pubblicato SEM (Leone, Monza) storia di uno spermatozoo intrepido che va da un avvocato per citare in giudizio suo fratello che in corsa alla fecondazione lo ha massacrato di botte e gli ha fregato il posto. Aprile 2017, ha pubblicato Storie di ordinaria libidine.
In prossima uscita Pallide lussurie, raffinati racconti erotici.
Tutti i suoi libri sono anticonformisti e sorprendenti per creatività e ironia spesso segnati da una vena satirica spesso dissacranti, spiccano per la velocità e il ritmo narrativo, pur essendo divertenti hanno sempre fondamenta terribilmente serie con conclusioni spesso amare e collegate a gravi temi sociali attuali.