Manuèl ha un sogno: un mondo totalmente permeato di musica. Manuèl pensa che in questo modo si appianerebbero tutti i contrasti e le incomprensioni e si assisterebbe a un globale raffinamento. La musica come liscivia, per ripulirci dalle scorie di un mondo sordido, intriso di volgarità, di meschinità, di spietato cinismo, di egoismo, di aridità; la musica come un dolce e insostituibile collante di energia positiva, la musica come amplificatore delle proprie emozioni, la musica come fabbrica di sogni, come antidoto alla depressione, come condensato di amore e di felicità.E' suor Renée, in un collegio, ad alimentare il suo sogno scoprendo il suo straordinario talento per il pianoforte. E' lei che gli offre le chiavi del paradiso. La condizione di abbandono e di rassegnazione in cui cresce, alimenta in Manuèl un bisogno d'amore che solo la musica e il compagno d'infanzia, Cesare, saranno in grado di colmare.La molteplicità degli interessi di Manuèl inoltre, e un amore senza limiti per lo studio e la lettura, eredità di sua madre, donna colta e affascinante, anche se poco presente, finirà per segnare profondamente anche Cesare, che diviene così il centro del suo mondo, il riferimento irrinunciabile nella sua esistenza, Manuèl si sente invincibile accanto a lui. Grazie alla spensieratezza e alla spontaneità creativa dell'amico, anche Cesare prende consapevolezza della sua forza interiore, della sua profonda intelligenza e della sua indubbia personalità, oltre che del suo innegabile fascino e del suo naturale carisma. Manuèl, rassicurato dalla concretezza e dalla razionalità di Cesare, può concentrarsi sui suoi studi musicali, mostrando un impegno e uno spirito di sacrificio encomiabili. L'energia che profonde nello studio del pianoforte, la personalità debordante con cui affronta i suoi primi concerti, la sensibilità e l'altissimo livello interpretativo non passano inosservati.Terminato il liceo, decidono entrambi di svolgere il servizio militare: Manuèl segue sempre le orme di Cesare, come ha fatto fin da bambino. Cesare ha quasi completato il suo periodo di leva, quando Manuèl entra nell'esercito. La scuola per ufficiali costitui sce per Manuèl un momento fondamentale della sua vita, perché per la prima volta si trova completamente solo, senza il sostegno delle persone che ama. Manuèl scopre anche in questa circostanza una forza e una determinazione che non pensava di avere. Incredibilmente, poi, la scuola militare finisce per divenire il trampolino di lancio per la sua carriera di concertista. Nel giro di pochi mesi il giovane pianista, con il suo modo di porsi, così poco convenzionale, così genuino, sempre ricco di umanità e di sincerità ma fermo e deciso all'occorrenza, finirà per accattivarsi la simpatia e la stima incondizionata dei suoi commilitoni. Grazie all'interessamento di un alto e potente ufficiale inglese, che si accorge del suo eccezionale talento, Manuèl si ritrova catapultato sui palcoscenici dei teatri più importanti d'Europa. Nel giro di un anno, concerto dopo concerto, la fama del "Piccolo Paganini", nome che gli attribuiscono gli spettatori, ammaliati, stregati dal suo carisma e dal fuoco che lo anima, si diffonde in tutto il mondo, facendo di Manuèl uno dei concertisti più amati e apprezzati."La musica ci racconta ogni cosa" dice sempre Manuèl, "è sincera quando si rivolge a noi, come nessuno sa esserlo fino in fondo. E' leale perché non ci tradisce mai; ci vuole bene perché ci conforta e ci incoraggia. Ci educa perché ci dà dignità; ci fa ricordare, illuminando la nostra mente. Ci fa sognare, colorando la nostra immaginazione; ci protegge dalle volgarità del mondo. Ci indica sempre la strada da seguire e non ci abbandona mai, perché è dentro di noi. Ci chiede solo di essere ascoltata; ci implora di farlo, perché la musica è la voce di Dio."