Excerpt from La Notte: Comedia Nuova

N efi%tto done e molfitudine, e confu lione, che nenga il cangara alle come: dre guaji ch'io non difii a chi le compone (5° a chi le recita (9° a cinte aolta, Credete 1401 che mai fè ne pofid recitare una finza quifizone [enza parole, ofinzainimiciti4 mino per Dio, cbr quando andmra con quiete pace di ogniuno, iidvenon e pofizbile fi di]}mnfizfie i luoghi delli fiaettatori fi acquetajìe ogni tumulto re&a poi acommodar le genti che conducono coloro che intranen gono nella fanola quali fi trouano il piu delle noire efiere in piu numero che nonjono la me ta di tutti quelli che di commune nolere ci fimo in: tritati. Eccouiadzfio colui che auanti ui dona! Far l'argzenenio uennio in dlfi%renzd con doi al: tri compagni per lo acccmnzodar di alcune donne figc parenti comacczatojì parte onde noi confidi fiano rrnzzifinarmi ne ci zcedrazno ordine di re citdrui la cozrzedza per filza/era Ne ui penfiate pe rò che qudîo c5'10 aid: co bord fia p°r burla con efio noi, o per no {era ar q:: ...alcbe arguczetta che penjares°cc tifa Efo che quel lo lick'xo n'bò detto e ue 70 come la uerità, ep ne uederet e lo tto cize no fi dzeezzdol'argomento non {i dira la fano!a que/io non emalfatfo perche una comedia fenza argomento e proprio una bo&ariafinza infignd. Di quefìo ne aoglio &are infentenz4 di que&c belle gentildonna Ditefignore l'argomcn to non e quella dc]fo che mfa capacz di quanto ct i dentro natia comed1a Senza ej?o non ciataderes% noa i bucbt delle oreccbze dzfiberana'o di poterne m tendere qualche particella par quelle che marita te]bno fè la potrebbono anco trop po ben pafiare che non baumdola cofi per punto mteja bauercbà bono i mariti a quail domandandogltcnejta'not tc lcfarebbono la ccfit in modo toccare con mano che ]è ne s'iarianofi>dzsfattc si con gne&a ]cnf4 anchora noimdogli diraarzcz'are di qualche altra cofa [e egli doymzfie, lo potrebbono rz]àcgltarc. Per: quefia cagione come ho detto le marztate non jè ne iaaurcbbono però molto da dolere, quando ben lefi' recttaflè la comediajènza argomento; ma le tt doit£f ma le polcelle s' fi: ce n'è qualcb'umt (ch'io no'l credo però che in que&a atta non [i afa mmarle a zrdirefinnli cojè; ujanza per mol: tt rz]}ntti in nero degna di laude bor fit pafiia mo delie riccione: Adunque quelle non hanreblm no ragione di doierfi di not, [6 non gli faccjîtmo l'argomento effendo prine di cin le faccia capaci dl cio cb'eîleno tramano intendere mi [i potrebbe r: ]îaonciere che anco per quefie non doarebbc rcftare di recitarlajènza argomento; cbe[è bene clkfim prine de mariti, banno però quefte tali per la put parte in ucce loro ipadfifìnrztnali coni quali confircndo ogm cofa d'ogni cofa raggae: gliate fi...: (@ando qnefia fòj]iz opera flviritnale, io il concedere: ma ]èndo comedta io nn credo, che ogni Donna baurebbe rifl>etio uergogmt a parlarne con frate alcuno meramente parlan= done pari arebbe indarno che li fit bene la dato tione, la cc: /tita che regna fra loro Sareb= be dunque grande errore a recitaria finza ar: gamento bencbe molti fimo di parere, che l'ar: gamento renda le perfonc pin fimnacdaiofe me; no attente dicendo clue quello in modo gli dz&en de il [oggetto, che per lo mnanti gl'bnommi ci'u= na cofit i ngnzrendo l'altra fi: ne &anno con man co piacere afiai con minor atterrtzone onde fiaejfo ne naltona romori d1finrbi Bajia: io gli norrei l'argomento anco quello che non nol/'e alla fin: canalla il compar ctro.

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