Per una persona obesa, Ho fame di me significa desiderio fortissimo
di riappropriarsi del proprio corpo, mentre per l'anoressico significa
divorarsi fino a scomparire.
Il romanzo, dunque, racconta storie di obesità e anoressia, ma va anche oltre.
La carrellata incredibile di personaggi, ognuno col suo carico di umanità,
ruota attorno a un centro che si occupa di disturbi alimentari.
Le autrici, più che discutere di come ci si nutre nell'attuale società opulenta,
raccontano vicende di cibo in modo quasi impersonale, perché sono le storie
stesse ad essere esaustive, nel contempo è come se suggerissero di indagare
strade nuove, che la scienza ancora non conosce.
Può darsi allora che Agnese, la protagonista obesa del romanzo,
rientri nella spirale della disinformazione,
mentre Livia, la co-protagonista anoressica,
per quanto arrivi a toccare il fondo della follia,
finalmente sperimenta la terapia giusta.
La bambola della copertina è l'emblema della perfezione,
la bella finzione da emulare, ma proviamo a vederla in chiave positiva:
semplice ideale di equilibrio, a metà tra sogno e realtà,
magari gioco creativo e basta.
RECENSIONI
"Questo libro offre una prospettiva inconsueta che ha scombussolato la mia idea di anoressia. Coinvolgente e a tratti commovente."
Oriana Riccio
"Le storie di "Ho fame di me" si susseguono a ritmo incalzante e toccano le corde del cuore sia quando sono scritte in modo oggettivo e razionale sia quando il linguaggio diventa più elaborato e letterario."
Vittoria Graziano
Le autrici
Paola E. Silano è nata e vive in Irpinia,
terra di lupi e paesaggi verdi.
Dopo la laurea in Lettere si è dedicata
all'insegnamento e alla scrittura.
A parte saggi e ricerche su storia locale,
dialetto, folclore, vegetazione spontanea e didattica,
ha praticato la via letteraria con romanzi, haiku e poesie.
Predilige la scrittura che si muove su più piani narrativi,
mentre i contenuti prescelti oscillano tra psicologia e spiritualità.
Patrizia Paradiso è nata e vive ad Ariano Irpino,
antica roccaforte irpina sul Tricolle.
Doveva laurearsi in Economia e commercio,
ma poi ha preferito lavorare come ragioniera in un'azienda agricola.
È alla sua prima prova narrativa, esperienza
che si aggiunge a passioni più consolidate:
la cucina, intesa come arte del gusto e della raffinatezza,
e la creazione di bambole da collezione, in particolare Barbie
e altre fashion dolls, di cui trasforma e personalizza
abbigliamento, trucco e accessori.