About the Book
Il primo libro della Storia delle Origini del Cristianesimo condusse gli avvenimenti fino alla morte ed alla sepoltura di Gesù. Conviene ora rifarci dal punto in cui ci fermammo, cioè dal sabato 4 aprile dell'anno 33. L'opera nostra, per qualche tempo ancora, sarà in certo modo una continuazione della vita di Gesù. Dopo i mesi di ebbrezza gioconda, nei quali il gran fondatore pose le basi d'un ordine nuovo per l'umanità, questi furono gli anni più decisivi nella storia del mondo. Col fuoco sacro di cui ha deposto la scintilla nel cuore dei suoi amici, Gesù crea istituzioni d'altissima originalità, muove, trasforma le anime, imprime a tutto il suo suggello divino. Dimostreremo come, sotto l'influenza sempre attiva e vittoriosa della morte, si stabilì la fede nella resurrezione, nell'influenza dello Spirito Santo, nel dono delle lingue, nel potere della Chiesa. Esporremo la costituzione della Chiesa di Gerusalemme, le sue prime traversie, le sue prime conquiste, le più antiche missioni che uscirono dal suo seno. Seguiremo il cristianesimo nei suoi rapidi progressi nella Siria fino ad Antiochia, ove si forma una seconda città capitale, più importante in un senso di Gerusalemme, e destinata a soppiantarla. In questo centro novello, ove i pagani convertiti formano la maggioranza, vedremo il cristianesimo separarsi definitivamente dal giudaismo e ricevere un nome; vedremo specialmente nascere la grande idea di missioni lontane, destinate a diffondere il nome di Gesù fra i gentili. Ci fermeremo al momento solenne in cui Paolo, Barnaba, Giovanni, Marco partono per attuare questo grande disegno. Allora interromperemo il racconto per dare uno sguardo al mondo che gli arditi missionari cominciano convertire. Tenteremo farci un concetto dello stato intellettuale, politico, morale, religioso, sociale dell'impero romano circa l'anno 45, data probabile della partenza di Paolo per la sua prima missione. Tale è il soggetto di questo secondo libro, che intitoliamo gli Apostoli, perchè espone il periodo d'azione comune, durante il quale la piccola famiglia creata da Gesù procede d'accordo, aggruppata moralmente intorno ad un punto unico, Gerusalemme. Il nostro prossimo libro, il terzo, ci farà uscire da questo consorzio, e ci mostrerà quasi solo in scena l'uomo che rappresenta meglio d'ogni altro il cristianesimo conquistatore e viaggiatore, san Paolo. Benchè si fosse arrogato, dopo un certo periodo di tempo, il nome d'apostolo, Paolo non era tale allo stesso titolo dei Dodici; è un operaio della seconda ora e quasi un intruso. Lo stato in cui ci giunsero i documenti storici, c'illude su questo punto. Sapendo su Paolo un numero di cose infinitamente maggiore di quelle che sappiamo sui Dodici; possedendo i suoi scritti autentici e memorie originali molto precise circa alcuni periodi della sua vita, gli prestiamo un'importanza di prim'ordine, quasi superiore a quella di Gesù. È un errore. Paolo fu uomo sommo, ed ebbe grandissima parte nella fondazione del cristianesimo; ma non va paragonato a Gesù, e nemmeno ai discepoli immediati di questo. Paolo non ha veduto Gesù; non ha gustato l'ambrosia della predicazione galilea. Ora, l'uomo più mediocre che aveva avuto la sua parte della manna celeste, era, appunto per ciò, superiore a quello che ne aveva sentito soltanto il profumo rimasto. Nulla è più falso d'un'opinione venuta in moda oggidì, secondo la quale Paolo sarebbe il vero fondatore del cristianesimo. Il vero fondatore del cristianesimo è Gesù. I primi posti spettano poi a quei grandi ed oscuri compagni di Gesù, a quelle anime appassionate e fedeli, che credettero in lui a dispetto della morte. Paolo fu, nel primo secolo, un fenomeno in qualche modo isolato. Non lasciò scuola organizzata; lasciò al contrario ardenti avversari, che vollero, dopo la sua morte, bandirlo in certa guisa dalla Chiesa e porlo in un fascio con Simon Mago.