Quando Maometto stabilì l'Islam in Arabia, insistette che non stava proclamando una nuova religione, poiché credeva che tutti i profeti che lo avevano preceduto avessero portato lo stesso messaggio. Di tanto in tanto, Dio aveva mandato dei profeti e aveva rivelato la Sua volontà in libri sacri; ma gli uomini erano ribelli, e quindi era necessario che periodicamente mandasse un nuovo profeta per ricondurli alla verità. Maometto non aveva la sensazione di alcun graduale sviluppo nella conoscenza di Dio, poiché riteneva che la conoscenza della vera religione fosse stata data all'uomo sin dall'inizio. Il motivo per cui Dio aveva bisogno di inviare profeti con nuove rivelazioni era perché gli uomini si erano allontanati dalla verità e avevano bisogno di essere richiamati ad essa. Così uomini come Abramo, Mosè, Gesù e lui stesso avevano tutti il medesimo compito, e nessuno di loro era essenzialmente diverso dagli altri. Essendo questo il credo di Maometto, ne consegue naturalmente che non era in grado di accettare ciò che i cristiani insegnavano riguardo alla persona di Gesù. Per lui Gesù non era altro che un profeta, anche se gli era stata accordata una dignità che non era stata data a nessun'altro. Il Corano parla della nascita verginale; considera Gesù come la ''Parola di Dio'' e uno spirito proveniente da Lui; dichiara che Egli è "eminente in questo mondo e nel prossimo, e uno di coloro che si avvicina alla presenza di Dio"; e gli attribuisce miracoli meravigliosi. Ma Maometto non poteva ammettere che fosse qualcosa di più degli altri uomini. Comprendeva la dottrina della Sua Figliolanza in senso carnale, e la negò energicamente. Disse che se Dio fosse stato un Padre, avrebbe dovuto essere anche un nonno e uno zio; e insistette sul fatto che la nascita di Gesù non fosse così unica come quella di Adamo ed Eva, poiché essi non avevano né padre né madre. Lo scopo di questo volume è presentare un racconto di Gesù come appare nelle opere degli scrittori musulmani. Ho raccolto i passaggi rilevanti dal Corano. Mi sono limitato a quei passaggi che fanno un preciso riferimento a Gesù, omettendo quelli che sono semplicemente diretti ai cristiani senza alcun riferimento particolare a Gesù. Ho aggiunto alcune selezioni da ''Thalabis Kis'' come da ''Al Anbiya'' (Storie dei Profeti), insieme a un passaggio dalla ''Storia Universale'' di Abu al Fida. La parte principale di questo volume consiste in storie e detti attribuiti a Gesù che si trovano negli scritti dei vari autori musulmani. Il professor Margoliouth ha raccolto 77 passaggi, 71 dei quali provengono da Ihya Ulum ad Din (Rivivificazione delle Scienze Religiose) di Al-Ghazali, e 6 da altre fonti. Questi sono stati pubblicati in cinque parti nel vol. V di Expository Times (1893-4). Michael Asin y Palacios, professore di arabo all'Università di Madrid, ha pubblicato un'opera in due parti intitolata ''Logia et Agrapha nomini Jesu apud Moslemicos Scriptores, asceticos praesertim, usitata'', che contiene 233 passaggi.