Una raccolta di testi di vario genere che attraversano quindici anni di vita dell'autore: nel primo volume una raccolta di testi poetici che hanno per tema momenti personali, ma anche pensieri ad alta voce a carattere sociale. Una particolarità è la scelta dei codici linguistici, poiché, oltre all'italiano, sono presenti anche varietà dell'alta Umbria e lingue più lontane (tutte con traduzione). La ristampa col testo più aggiornato è quella della revisione di aprile 2024."Di che si tratta, quindi? Sorprenderò qualcuno, ma non è un libro di poesia dialettale, ammesso che la poesia dialettale esista come genere letterario. Non è un libro di questo tipo se con ciò s'intende una raccolta di composizioni il cui argomento principale è le buone cose di una volta, la vita contadina, le storie dei nonni e similari. Fuor di dubbio tali temi non sono da biasimare, tutt'altro, anche io ne ho scritto e ne scrivo, ma se ci si dedica in modo esclusivo a questi, alla lunga si rischia di finire per ingabbiare sé stessi e la propria lingua, facendosi dominare dagli stereotipi, dalla nostalgia e dall'inquietudine per tutto il nuovo che avanza (inconvenienti da cui voglio tenermi lontano). [...] Ecco, il presente è un libro di poesia ‒e prosa‒ senza aggettivi, come può essere qualunque libro di poesia scritto in una qualsiasi lingua del mondo (indipendentemente dalla qualità del suo contenuto, s'intende)."
[Òggi ò aviäto 'n viaggio]Òggi ò aviäto 'n viaggio
lappe 'l mŏndo,
ò apèrto la mi pòrta.
El mi vicin de cäsa
ë tèrra de mistero da sgrupì,
varcäta chela sträda
tróo nantro cuntinènte.
Le mi gambe ènno na żàttara,
la mächina 'n vejeri,
el treno n'astronave.
Passäto chel portone
n c'ènno piò saracinësche
e nn iṡįstono altri tèrmini
(m'éon fatto crede ala rivèrscia
ma se sgrope ch'ë n'anganno).
Ë nazione 'l modo cųmme ridi,
n'univèrso le parläte,
i tajji de capëlli,
el color di òcchji
e m-a chjì-n-che vurrįsti
daggni bäscio.
E ala sera,
che aripòrti i òssi drënto,
quan che giri chela chjävi
nn ë lassciäto tųtti fori,
tò ncò së armasto vìa
e oltratanto
së arnuto nscemi a loro.
[Oggi ho iniziato un viaggio]
Oggi ho iniziato un viaggio
per il mondo,
ho aperta la mia porta.
Il mio vicino di casa
è terra di mistero da scoprire,
attraversata quella strada
trovo un altro continente.
Le mie gambe sono una zattera,
l'automobile un veliero,
il treno un'astronave.
Passato quel portone
non ci son più saracinesche
e non esistono altri picchetti
(mi avevano convinto del contrario
ma si scopre che è un inganno).
È nazione il modo in cui ridi,
un universo le parlate,
i tagli di capelli,
il colore degli occhi
e coloro i quali
vorresti baciare.
E la sera,
riportando le ossa dentro casa,
quando giri quella chiave
non hai lasciato tutti fuori,
anche tu sei rimasto via
e allo stesso tempo
sei tornato insieme a loro.