Sempre negli anni del liceo, 76-82, e negli stessi contesti storicosociali del primo libro - Quaderni del liceo - della medesima raccolta - Poesie dell'aia - l'autore racimola un discreto gruppo di scritti in alcune cartelle lasciate nella libreria della casa paterna. Pensieri e poesia si coagulano insieme in brevi componimenti lasciati di getto su quegli stessi quaderni utilizzati per la scuola. Forte è il richiamo sentimentale della grande famiglia pastorale che ancora ricorreva alla transumanza in lunghi periodi dell'anno. Gli incontri avvenivano esclusivamente nel paese natio, dove l'autore oltre ai sentimenti parentali e la forte amicizia tra coetanei scopre affetti amorosi nuovi, di scarsa durata temporanea, ma molto più intensi delle lunghe relazioni legate alla vita scolastica e cittadina. Il contesto in cui avvenivano era maledettamente bello in quella natura sacra, ripiena di contenuti simbolici, inattuali e metafisici. L'apparente rievocava nei suoi Totem tutte le parti mancanti, tutte quelle figure passate che ora solo il ricordo poteva evocare, ma con struggente sentimento di tristezza. Le cose, allora, assumono valore temporale, valore affettivo, valore poetico. Ma altre volte la presenza di quei personaggi di assoluta importanza storica per quel retroterra montano, alimentava pensieri immediati, più razionali, ma non meno belli della poesia. Il contesto attivo della vita di paese si caricava di momenti belli e tragici, vissuti necessariamente in maniera intima per l'immediata soglia del dolore e lo slargo infiorato e festoso del davanzale. Un riproporsi della grecità classica in cui tutto è immediato, ma tragicamente vero e inarrestabile. L'immagine dei bambini che giocano sulle zolle del cimitero vecchio, dove era stata praticata la riesumazione e la raccolta delle ossa e delle croci, sviluppa un dramma troppo continuativo con la crescita e le pulsioni passionali e sensuali. L'autore ricerca nelle zolle "cuore di morto"; come se lui e nel contempo gli attori del gioco dovessero interpretare lo stesso destino dei predecessori e nel mezzo tra passato e presente vi è la propria nascita, vissuta a volte come atto d'amore altre come una calamita sessuale che porta il padre a fecondare la madre senza averne la percezione. Questo strano fenomeno biologico che la vita scorre da sé, imprime comportamenti sociali di distacco dall'affolto mare di conoscenze e relazioni. In questi componimenti personaggi anonimi assumono caratteristiche familiari riscontrabili nella stretta sfera parentale. Gli aggettivi mio e tuo hanno una valenza intima di persone come madre e padre. E' presente anche il messaggio gestuale, in alcuni passi i verbi di movimento non hanno valenza spaziale, ma persistenze comportamentali degli esseri nel tempo. Allora la vita diventa corazza, vessillo, emblema, di quel resoconto che la natura da per scontato, e il processo non può che essere tragedia greca. Il mortale e l'eterno si alimentano ambedue della stessa pasta servita dai tragici fatti umani. L'accettazione del male più grande rende trascurabili tutti i tradimenti e le sopraffazioni subiti dagli uomini più deboli e la natura, anch'essa debole se a distruggerla è la spietatezza dei ricchi, dei forti e dei prepotenti. Allora il giovane teme l'età della maturità e ripiega se stesso nel mondo della fanciullezza, e come per il Pascoli, lì riscopre il seme della poesia che lo assilla e lo tedia asfissiantemente proprio in quei letti grandi che lo avevano sommerso da bambino. Ma gli anni passano e la crescita è inarrestabile, da quei letti ci si rialza solo se si ha la pazienza e la paura d'aspettare e quando ciò non accade è perché sei stato già portato via da altri. Solo la violazione dell'intimo può far uscire allo scoperto l'umanità sepolta dentro di noi e da quelle strutture dove l'apparenza dell'amore confonde e persuade al sesso. E così che il giovane diventa uomo e l'uomo il ragazzo e il vaso che nascondi è colmo di gi