.È difficile capire dove finisce la realtà e inizia la creatività dell'autore. Due aerei caddero sul ghiacciaio Belvedere di Macugnaga che, con la sua turbolenta esistenza e le meraviglie che nasconde sotto di esso, è il protagonista principale del romanzo.Coniugando la presenza di giacimenti d'oro sotto il Monte Rosa, la loro storia che vedeva già Celti e Romani estrarlo dalle sue viscere, con la dinamica del ghiacciaio del Belvedere, le sue bizzose crescite e i laghi che, in vari periodi vi si sono formati, mettendo a rischio gli abitati sottostanti, l'autore ha realizzato un thriller perfettamente credibile dal punto di vista geologico, storico e delle credenze dei soldati romani condannati, duemila anni fa, alla damnazio ad metalla (pena del lavoro in miniera a vita).Non tutti conoscono il ghiacciaio del Belvedere sopra Macugnaga e la svolta che prendono gli eventi; dal Lago Effimero alla Grotta Subglaciale scoperta pochi anni fa: .pPrendendo a prestito dal libro il titolo di un capitolo, si potrebbe dire che il ghiacciaio del Belvedere è un ghiacciaio che "vuole continuare a vivere".È un romanzo che prende subito, un thriller con alcuni aerei schiantatisi sulla sua superficie.È una storia di uomini che inizia da lontano, dagli anni in cui i miti dell'uomo ariano organizzavano spedizioni in tutto il mondo per recuperare oggetti e culti che portassero lustro e giustificazione alle ideologie dell'uomo superiore.Ma non solo, ci si ritrova a che fare con i Celti, i Romani, Facino Cane, i Visconti e gli Sforza; poi, abbiamo i poveri resti degli alpinisti caduti dalle pareti rocciose, i reperti, i pezzi di ferro e alluminio appartenuti ad aerei schiantatisi sul ghiaccio decine di anni fa, che con lo scioglimento dei ghiacci, riaffiorano. C'è da domandarsi se c'è realmente invenzione; i reperti aerei misteriosi di cui si racconta sono stati restituiti da un altro ghiacciaio italiano. La ricerca dell'aereo cui erano appartenuti è stata un vero duro lavoro, lungo ma di enorme soddisfazione. L'aereo, il suo proprietario e la data in cui era avvenuto l'incidente, erano stati identificati; l'aver aiutato gli inquirenti a svelarne il segreto alcuni anni fa, ha gratificato l'autore nella realtà. La privacy e le relazioni internazionali, invece, vogliono che non sia il caso di raccontare il fatto vero, ma, cambiando sigle, numeri di matricola e modificando le immagini in alcuni particolari chiave, si riesce a rivivere tutta l'avventura della ricerca, le delusioni, gli entusiasmi e la gioia finale di chiudere positivamente le ricerche. I personaggi sono pochi, quasi tutti viventi e appassionati della montagna, a essi si aggiungono i ricercatori di cui sono state inventate le caratteristiche e i caratteri dei veri scopritori.Per buona parte il libro è autobiografico e descrive il ghiacciaio con gli occhi dell'autore, com'era a partire dal 1963 in poi, con le sensazioni e le emozioni di allora.È senza dubbio possibile che qualche Guida, qualche esperto scalatore trovi alcuni passaggi semplicistici o "vie realizzabili in modo più sicuro". Ho solo raccontato ciò che sapevo fare da giovane con corde, moschettoni e nodi e, lo confesso... magari non era il modo più sicuro di affrontare la Signora Montagna!