About the Book
Tutti senza eccezione sono oggi convinti, che le scienze cosiddette della natura sono scienze sperimentali. Appunto perciò nessuno sente il bisogno di aggiungere al loro nome quell'appellativo di sperimentale: tanto è ormai lontano il ricordo di quelle fasi pre-scientifiche corrispondenti, durante le quali, se non mancava, nè poteva mancare, un sostrato a bastanza largo di osservazioni, l'edificio del sapere si era poi temporaneamente costruito con materiale filosofico e religioso, che toglieva a quei saggi il diritto, a dir vero da nessuno reclamato, di dire sperimentale la loro dottrina. Così, per prendere un esempio di scienza astratta, la Chimica, e per esempio di scienza concreta, l'Astronomia, non hanno bisogno d'intitolarsi dal loro metodo, per differenziarsi dall'Alchimia e dall'Astrologia che le precedettero, ma dalle quali le prime sono già da tempo completamente emancipate. Allo stesso modo fra non molto si potrà dire Psicologia e Pedagogia o Morale senz'altra aggiunta, e nessuno tra li studiosi dubiterà, che queste discipline, dette dello spirito, non siano scientifiche e non seguano gli stessi metodi (non dico i medesimi), delle altre scienze; fra non molto, speriamo: non oggi, mentre il filosofo, il religioso, il moralista pratico studiano ancora questi fatti contemporaneamente allo scienziato, non già, come per ogni altro, dal loro punto di vista filosofico o religioso o prammatico, ma per fare della vera e propria psicologia. Siamo dunque costretti a formulare un titolo speciale, che differenzi dalle altre quella psicologia che emancipata da ogni altra dottrina e basandosi sull'esperienza, ha oggi acquistato diritto di scienza autonoma. Le ricerche psicologiche compiute in questi ultimi quarant'anni, dice il De Sarlo, hanno un valore sopratutto, perchè hanno contribuito a distaccare la Psicologia da un canto dalla Metafisica e dalla Filosofia generale e dall'altro dalla Fisiologia. Le ricerche alle quali allude il De Sarlo non sono tutta la Psicologia scientifica, ma soltanto la parte empirica di essi. Anzi bisogna dire, che una psicologia scientifica completa non c'è ancora (onde il tentativo di questo mio lavoro); per ciò adottiamo il titolo di sperimentale per denotare appunto l'insieme di quegli studi descrittivi analitici e sintetici, fin dove descrizione, analisi e sintesi furono eseguite con criteri sperimentali e, per quanto si può, disinteressati, indipendentemente da un ordine diverso di cognizioni. Evitiamo in vece i nomi di Psicologia positiva, o fisiologica, adottati dalle scuole più affini, perchè includono dei preconcetti filosofici, che vogliamo allontanare fin da principio. Ma anche il nome di Psicologia sperimentale può dar luogo ad equivoci, ch'è bene dissipare fin dal primo momento. Mentre alcuni, di vedute troppo ristrette o interessate, negano che in Psicologia si possano fare esperienze, altri pur confutando questa opinione così facilmente confutabile, intendono poi che il campo sperimentale della Psicologia si limiti a quelle branche, per le quali si creò quel titolo dal Tetens e da' suoi seguaci. La Psicologia sperimentale abbraccerebbe dunque la Psicofisica e la Psicofisiologia; e vi s'includerebbero oggi quegli studi concreti, che potremmo dire Psicologia individuale o del carattere; in altre parole, essa sarebbe sempre una psicologia empirica, e nemmeno tutta quella empirica, escludendosi di solito i dati dell'intuizione pura e semplice offertici dalla introspezione e necessari ad ogni ulteriore ricerca. Ma perchè poi escludere questi dati? Noi diciamo sperimentali le scienze della natura, non soltanto perchè vi si istituiscono degli esperimenti, che non sono altro che mezzi di osservazione e di analisi, sempre più scarsi e difficili a mano a mano che saliamo verso scienze più complesse, dalla meccanica alla biologia; ma perchè ci basiamo sull'esperienza in genere.