Fiabe della buonanotte e del buongiorno, fiabe per bambini e adulti. L'autrice ha una borsa magica, se ci fruga dentro, trova le fiabe italiane, le favole classiche e i racconti popolari irpini che hanno alimentato la sua fantasia di bambina, i ricordi personali, i sentimenti e i valori che, nella borsa, si sono fusi e tramutati in storie per bambini e ragazzi del duemila.
Perché scrivo fiabe? Le favole sono considerate narrativa per bambini, tutt'al più, per ragazzi o adulti nostalgici e regressivi. Per me, invece, la narrazione fiabesca è trasversale a più generazioni: dal bambino al bisnonno. Comunque sia, la funzione principale delle fiabe è il contenuto nascosto, che emerge sotto forma di archetipo attraverso un linguaggio simbolico universale. Le favole rappresentano modelli e metafore dello scioglimento di un conflitto psichico che, una volta superato, rafforza il carattere in evoluzione. Possono aiutare a scoprire l'amicizia, a rivalutare il mondo degli adulti, il ruolo formativo e d'accoglienza della famiglia e a riconoscere l'autorevolezza di genitori e insegnanti. Di sicuro, è per i ragazzi che le fiabe hanno una maggiore rilevanza, perché arrivano dritte all'anima, e, oltrepassando le difese razionali, obbligano a scoprire la realtà nei suoi aspetti più crudi e dolorosi, sebbene attenuati dalle trasposizioni simboliche narrative. Tuttavia, anche l'adulto può godere l'intreccio e lo svolgimento del racconto, condividerlo con il bambino e, magari, riscoprire dentro di sé l'eterno fanciullo bisognoso di fiabe e poesie.
Perché leggere? La finalità della lettura è l'arricchimento del lettore. Noi tutti leggiamo per comunicare con gli altri, evadere, sognare altre vite, sorridere, immedesimarci nel protagonista, riconoscere il bene e il male, confrontarci e imparare. È compito dei genitori e degli educatori trasmettere ai bambini e agli adolescenti in formazione l'amore per la lettura, e il modo più antico ed efficace è il racconto orale o la lettura a voce alta. Peccato che l'abitudine di leggere le fiabe della buonanotte stia scomparendo, e la voce della mamma o del babbo sia sostituita da quella impeccabile e impersonale di attori o strumenti elettronici, e, a scuola, studenti e insegnanti leggano poco per il piacere di leggere e molto per la necessità d'apprendere nozioni, fare esercizi e compilare schede. Vorrei che i miei racconti fossero letti con leggerezza. Leggerezza non vuol dire superficialità ma gioia, divertimento, sogno e fantasia. Vorrei che il maestro-narratore leggesse le storie in maniera partecipe e affabulatoria per incantare, incuriosire, invogliare i bambini e i ragazzi all'ascolto fino al coinvolgimento emotivo. L'educatore-lettore, in tal modo, aiuterebbe i futuri adulti a sviluppare la creatività, l'immaginazione, l'interesse per la lettura e la capacità di riconoscere le proprie emozioni e condividere i sentimenti.
Perché ho intitolato la raccolta, Le favole dentro la borsa? Di recente, ho trovato una borsa magica, se ci frugo dentro, la mano estrae le storie di nonna Peppina, i racconti popolari irpini che hanno alimentato la mia fantasia di bambina, le favole che ho inventato per Chiara, mia figlia, e i ricordi personali che, dentro la borsa, si sono tramutati in fiabe. Sono favole della buonanotte e del buongiorno. Sono storie per i bambini, i ragazzi e gli adulti. La prima sezione del libro è dedicata al tempo in ogni sua manifestazione. La seconda propone una riflessione sulla salvaguardia del pianeta. La terza racconta l'amore. La quarta parte parla di potere e corruzione, valori e virtù. Le storie del quinto segmento trattano le paure dei bambini: la malattia, la scuola, il distacco dai genitori. La sesta parte è dedicata al tema della maternità. L'ultima narra di amori impossibili.