( Anni 20-40) Il pozzo della Fortuna è luogo reale ed ideale. La sorgente di acqua vesuviana, considerata fatata, è collegata ad un santuario di divinità pagane, sepolto dai materiali piroclastici dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., insieme con Pompei, Ercolano ed Oplonti, mai distrutto, bensì trasformato in una specie di Pantheon che ha accolto nel corso dei secoli, vari culti, fino al Cristianesimo. Venuto alla luce per caso e di nuovo nascosto è un segreto di famiglia, custodito gelosamente da Fortuna, proprietaria del terreno. Ma quando il marito Leone, per uno scavo fortuito, scopre il santuario, nascosto nelle viscere della terra, tutto precipita. Leone, che non si accontenta più di fare il contadino e accetta il posto fisso in una fonderia, si ammala gravemente. Lo cura Tommaso Santillo, uno straordinario taumaturgo, scienziato e mago, che intravede nei veleni della fabbrica e nell'avidità di guadagno, le cause della rovina della terra. Professore, perseguitato dai fascisti, perché dissidente, nell'attesa di fuggire in America, rimane nascosto nella stanza segreta, sotto la cantina. Fortuna( che è venuta meno al giuramento fatto al padre, per proteggere lo scienziato) apprende la rilevanza storica dei reperti archeologici da lei gelosamente custoditi ( continuità tra paganesimo e Cristianesimo) e scientifica, per l'influsso benefico che il luogo di culto ha sempre avuto sull'acqua del pozzo e sulla terra. Ma le viene rivelato anche un aspetto inquietante che la turba. Tra le tombe e gli ex voto, lo scienziato, le mostra una tavoletta di piombo, con una maledizione, destinata ad avverarsi, a causa di un chiodo magico( defixio) che trafigge le figure e le parole: una casa in fiamme ed una donna incinta trafitta. Il rifugio serve ancora per il figlio, che non riesce a mantenere il segreto, e la notizia dei tesori nascosti sotto la casa arriva ad orecchie avide. La casa viene assalita dalle camicie nere che ammazzano il marito di Fortuna, Leone e, con mani empie, profanano il santuario e ne portano via i tesori. Anni 50-60. Fortuna, ormai anziana, cerca di tenere in vita il culto della Dea di cui porta il nome, e ne mette una statua sul presepe monumentale che a Natale troneggia nella sua casa. Ma i riti apotropaici non funzionano. L'acqua del pozzo non è più miracolosa. Il due novembre, mentre è in allestimento il presepe, di ambientazione romana, secondo il suggerimento della nipote Fortunata, detta Nenè, scugnizza sui generis, una tempesta e lo sciopero dei ferrovieri, congiurano contro Fortuna. Scoppia un incendio che distrugge la fattoria, la casa e il presepe. Una strana coincidenza, la ricomparsa della statua antica della Fortuna, sfuggita a tutte le rapine, e lo scoppio di una bombola con il gas, fanno pensare che l'antica maledizione stia facendo il suo corso. (Anni 60) Nenè, bambina di nove anni, figlia di contadini, vuole a tutti i costi raggiungere sua sorella che si trova nella piana del Sele, in un terreno che confina con i templi di Paestum. Accetta il passaggio dall'autista del camion dell'azienda, losco personaggio, che le promette di condurla da sua sorella. Si addormenta nel camion e sogna di essere Proserpina che viene rapita da Plutone, dio dell'Ade. Frattanto l'autista raccoglie i rifiuti speciali da una fabbrica di medicinali e li porta in una discarica. La bambina fa troppe domande e minaccia di riferire quello che ha visto al padre. Viene violentata nella discarica stessa.Anno 2015. Ormai la terra della Fortuna è diventata la terra dei fuochi. Il traffico dei rifiuti tossici è alla ribalta della cronaca. Nel giorno stesso in cui si svolge il rito spettacolare del ritrovamento del quadro della Madonna della Neve a mare, la televisione manda le immagini dell'arresto di due noti camorristi che gestiscono il racket dei rifiuti tossici. Per Nenè/Fortunata, ormai nonna, è il giorno del ringraziamento. Quei bidoni, che hanno causato malattie devastanti e morti di bambini, sco