Le galline "normali" sporcano, defecano, ove si trovino, in cortile, nella stia, nei prati per un naturale bisogno animale.
L'arrivo fortuito di Silvio, in una sera piovosa d'inverno, scompone un tantino le loro abitudini esistenziali. Una in particolare: Lucy. Questa invaghendosi del giovanotto innesca una serie di incredibili ed assurde vicende. La signora accoglie Silvio come una chioccia che abbia smarrito un pulcino.
Le sette galline, disposte sopra la mensola attendono l'ora dei Simpson, oppure il caffè, il gelato, l'amaro, non disdegnando le torte ed i pasticcini.
Odorano di lavanda e di elicriso, mutano il colore del piumaggio col cambiamento delle stagioni, senza un motivo, senza un perché. Nessuno può spiegarlo, né Silvio, né la signora Lampis e né Margherita compagna fedele di Silvio.
Le vicende si snodano in un crescendo di misteriosi accadimenti legati alla presenza dei pennuti, in una serie di interventi oscuri e misteriosi il quale permane fino alla conclusione della storia.
Nelle bestiole vi è uno spiccato senso del bene ma il male, insito più nelle persone che negli animali, si rivela a scapito della signora, oggetto di pregiudizi e maldicenze.
Le galline nella loro apparente immobilità, da belle statuine, perse nel loro mondo segreto, danno un valido apporto alla risoluzione di casi intricati. Tessono segretamente fili e trame invisibili. Silvio e Margherita, sconcertati e confusi vengono coinvolti in faccende misteriose, lontane dai loro intendimenti di comune sapere e di comprendonio. Non riescono a dare una spiegazione razionale e plausibile.
Ma bisogna anche che ci si immedesimi in queste particolari vicende e si scopra l'essenza "umana" di questi animali. Fanno delle uova speciali, cantano in occasioni di feste o ricorrenze particolari. Ballano, ascoltano musica classica non tralasciando altri interessi non propriamente "gallinesche". Ma tante altre cose inusuali sono capaci di fare.
Ora, col senno del poi, si potrebbero congetturare delle tesi bizzarre e non nella logica della ragione, ma senza sminuire il significato della vicenda. Lucy, Ele, ecc. calme e tranquille si scompongono solamente quando la signora Lampis ha raggiuntola fine.
Silvio e Margherita, inconsapevoli protagonisti ne fanno buon viso a cattiva sorte o, meglio, si assuefano alle vicissitudini avicole con grande stupore e meraviglia.
Forse che, il mondo reale sia una finzione di cui ci illudiamo sia vera? Tante cose ci appaiono oscure, senza una spiegazione plausibile, ed è ciò che Silvio, Margherita e la signora Lampis si trovano a vivere.
L'AUTORE
Dal 1999 ha iniziato a scrivere, partecipando a diversi concorsi letterari con vari riconoscimenti, ultimo dei quali "Racconti dalla Sardegna", nel quale è stato inserito il racconto "La testa di Macchillotta". Ha pubblicato numerosi romanzi e poesie, collaborando, di tanto in tanto, con testate giornalistiche regionali, tra cui "l'Unione Sarda" e la "Nuova Sardegna". Le opere di Giovannino Serra sono presenti in diverse antologie letterarie, tra cui "Il grande leccio" (Soter editrice, 1999), "Storie, fiabe, miti, riti..." (Edizioni Grafica mediterranea, 1999), "Sinnus, segnali di confine" (Nuove grafiche Puddu, 2005) e "Racconti dalla Sardegna" (Historica edizioni, 2019), nonché in quotidiani e riviste locali e nazionali. Ha pubblicato, "L'occhio strabico del diavolo" (Lampi di stampa, 2009), "Un mistero di mezzo" (Lampi di stampa, 2015), "Racconti senza tempo" (Lampi di stampa), "Verità in sospeso" (Lampi di stampa) e "Il vento del Sinis" (Pedrazzi Editore).
