Il canto della sirena: PrologoLe onde si infrangevano con violenza contro la scogliera, urlando un lamento che si mescolava al vento gelido della notte. La pioggia scendeva a dirotto, un diluvio implacabile che rendeva la spiaggia un inferno di fango e tenebre.
In mezzo a quel caos, una figura esile si contorceva sulla sabbia, una bambina con la pelle color ebano e gli occhi spalancati nel terrore. Le sue labbra tremavano in un sussurro indistinto, una litania di parole sconosciute che si perdeva nel fragore della tempesta.
Accanto a lei, una donna giaceva immobile, il corpo martoriato dalle onde e dal freddo. Il suo viso era una maschera di dolore, gli occhi spenti come la notte che li avvolgeva.
Giulia De Angelis, una giovane psicologa con il cuore pieno di speranza, si avvicinò alle due figure prostrate. Il suo sguardo era pieno di angoscia e di umana pietà. Si inginocchiò accanto alla bambina e le accarezzò il viso con delicatezza.
"Non aver paura," sussurrò con voce rotta dalla commozione. "Sei al sicuro ora."
La bambina la guardò con occhi grandi e lucidi, come se cercasse un barlume di verità in quell'inferno di tenebre. Poi, con un filo di voce, pronunciò una parola che risuonò nella notte come un grido di dolore:
"Stella."
Giulia trasalì, come se una scossa elettrica l'avesse attraversata. Quel nome, sussurrato da una bambina sconosciuta in una notte di tempesta, era un enigma che bruciava nella sua mente.
Cosa significava? Chi era Stella? E qual era il vero legame tra lei e la bambina sulla spiaggia?
Dalle profondità del mare, un canto lontano rispose al suo tormento. Un canto melodioso e struggente, che sembrava provenire da un'anima perduta.