Un'indagine da chiudere; un movente da scoprire; una promessa da mantenere. Il finale della storia è collocato nel 2012 durante lo svolgimento della novantacinquesima edizione del Giro d'Italia, ma l'intera vicenda fa riferimento ad episodi criminali avvenuti una ventina d'anni prima in vari cimiteri dell'Italia settentrionale. Quei casi di profanazione tombale, esclusivamente mirati a colpire le spoglie di corridori ciclisti vissuti a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, nell'epoca pionieristica del loro massacrante sport, dopo lunghe e meticolose indagini condotte con l'aiuto del vice-ispettore Roberto Zampieri, erano stati parzialmente risolti dal commissario di Polizia astigiano Ermenegildo Pavesi il quale, per puro capriccio della sorte, a sua volta li aveva ereditati dal commissario Ambrogio Remigioni, collega della Questura di Pavia, di cui era divenuto sincero amico poco prima della sua improvvisa e prematura scomparsa. Proprio il forte legame con il collega, e la solenne promessa fatta alla moglie di questi in occasione del funerale, di risolvere, anche per lui ed in sua memoria, quei casi ancora in sospeso e senza colpevole, spinge il commissario Pavesi a terminare per proprio conto le indagini nonostante l'intera vicenda fosse stata archiviata anni prima. Così gli elementi raccolti durante le indagini dell'epoca (una vecchia ruggine tra un padre ed un figlio appartenenti ad una sfortunata famiglia dell'Est europeo, un fantomatico giuramento avvenuto nel Nord della Francia, una insolita ed inafferrabile automobile che scorrazza per le strade dell'Italia settentrionale guidata da una misteriosa e sfuggente coppia di spericolati giovani studenti parigini, un'incongruenza riscontrata nella logica criminale posta in essere dai ricercati, il ritrovamento di una tomba ritenuta inesistente, un omicidio volontario che si trasforma ben presto in un incidente mortale, un inspiegabile suicidio avvenuto all'interno del velodromo di Roubaix, una fuga rocambolesca messa in atto da uno dei principali sospettati), un paio di decenni più tardi trovano un senso grazie all'intuizione del commissario Pavesi che, lui solo, tale vicenda aveva congelato nella propria memoria. Per lui non avrebbe potuto essere altrimenti in quanto quella importantissima storia investigativa si era indissolubilmente intrecciata con quella ancor più importante della sua vita privata ed affettiva, tanto che la sua controversa avventura d'amore con una ragazza straniera dal difficile passato, proprio in quei giorni di intense indagini si era risolta positivamente concludendosi con l'agognato matrimonio. Vent'anni dopo tutto quadra per il commissario Pavesi: il suo matrimonio, a dispetto delle malelingue d'allora, fila perfettamente liscio all'interno di una bellissima famiglia allietata da tre splendide figlie gemelle, ed il mistero delle tombe profanate è finalmente risolto in modo definitivo. Lui ed il commissario Remigioni ne saranno gli unici testimoni, ed il suo collega pavese, messo simbolicamente a conoscenza del vero movente di quelle ormai antiche azioni illegali, da quel momento potrà riposare in pace, per sempre custode di un segreto che non verrà mai rivelato ad alcuno.